Bacino del Bonis – Sito agro-forestale

Monti della Sila

Regione: CALABRIA

Posizione: Lat: 39°25’15’’ N, Long 16°12’38’’39°2N

Descrizione del sito di misura

Il bacino del Bonis è ubicato nella Sila greca cosentina ed è un sottobacino del torrente Cino. Ha una superficie di 139 ettari.

Il bacino, di proprietà pubblica, fu individuato e successivamente progettato a partire dal 1984 e attrezzato nel 1986 con l’obiettivo di istituire un laboratorio permanente per lo studio del bilancio idrologico a scala di bacino e dei processi idrici a scala di versanti (sottobacini), in popolamenti forestali (pino laricio), in relazione anche agli interventi di gestione forestale (es. diradamenti) e ad eventuali disturbi (es. incendi).
Dal punto di vista della copertura forestale la superficie è interessata per l’80% da popolamenti di pino laricio (Pinus laricio Poiret), in gran parte di origine artificiale, realizzati nel periodo compreso tra il 1955 e il 1970. I nuclei di origine naturale, di età prossima a quella dei rimboschimenti effettuati, occupano la parte più alta del bacino in sinistra e destra idrografica (Figura 1).

Bonis1

Figura 1

Il monitoraggio dei deflussi è stato effettuato con la realizzazione, nella sezione di chiusura, di un edificio di misura costituito da una vasca di calma in cemento armato. Il tratto di alveo a monte della vasca è stato canalizzato per una lunghezza di 32 metri e nelle parti terminali si allarga a forma di imbuto per raccordarsi con una briglia in calcestruzzo cementizio da una par te e con la vasca dall’altra parte.

Al fine di dotarsi di un sistema integrato di misura delle interazioni atmosfera ‐biosfera‐idrosfera, nel maggio del 2003 è stata installata, all’interno del bacino, in località Cozzarella – Don Bruno, una torre per la misura dello scambio di CO2, H2O ed energia tra bosco ed atmosfera tramite la tecnica eddy covariance. La torre rappresenta il sito su foresta più a Sud in Italia e ha l’obiettivo di studiare la dinamica dello scambio di carbonio e dell’evapotraspirazione di una pineta di circa 35 anni, impiantata su ex‐pascoli e diradata nel 1986, che rappresenta l’ecosistema principale del bacino ed uno dei principali della Regione Calabria. La morfologia è leggermente ondulata. Il substrato geologico è costituito da rocce granitiche; i suoli rientrano nell’associazione Ultic Haploxeralfs, caratterizzati da un orizzonte argilloso con argilla illuviale concentrata, spesso, anche in lamelle.

La pineta ha 637 alberi per ettaro, con area basimetrica di 45.4 m2 ha-1, diametro medio di 29 cm e altezza media di 21.5 m; l’indice di area fogliare, misurato con il LAI‐2000 (LiCor, Lincoln, Nebraska ‐ USA) è risultato di 6.6±0.2 m<sup-2 m-2.
Tra i dati già ottenuti e che saranno approfonditi in seguito al potenziamento del sito grazie al PON I-AMICA, si segnalano i risultati sugli andamenti stagionali e intraannuali dello scambio di carbonio tra pineta ed atmosfera ed i bilanci annuali.
Gli andamenti misurati alla pineta nel corso del 2006 sono illustrati in figura 2a. L’ecosistema è sempreverde e, pur situato in montagna, può godere di condizioni meteorologiche relativamente favorevoli. Per questo motivo sono stati solamente 36 giorni in cui la pineta ha emesso carbonio verso l’atmosfera (valori positivi in figura). I valori massimi di assorbimento sono risultati intorno a -8÷-10 gC m-2 giorno-1 tra inizio Maggio e metà Giugno. In estate, relativamente secca e calda, l’assorbimento cala a valori di -3÷-4 gC m-2 giorno-1 mentre in autunno e primi mesi invernali l’ecosistema continua ad essere attivo ma a tassi più bassi. Su base annuale la pineta risulta avere assorbito circa 10 tC per ettaro. Questi valori risultano notevolmente alti e sono in corso studi per verificarne l’incertezza. In particolare si segnala che l’andamento topografico del sito potrebbe portare ad una sottostima dei valori notturni di respirazione per il fenomeno dell’advezione.
Le misure continue e di lungo termine sono in grado di rivelare l’impatto dei fattori climatici sul ciclo del carbonio. Ad esempio, estati particolarmente calde, come quella del 2007 sono in grado di limitare fortemente l’assorbimento netto di carbonio. In quell’anno, la pineta a inizio Settembre mostrava valori di accumulo tra il 20 ed il 30% inferiori rispetto al 2005 e al 2003-2004 (Figura 2b).

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