Parco della Murgia – Sito agro-forestale

Parco della Murgia

Descrizione del sito di misura

L’altopiano calcareo delle Murge riveste una rilevante importanza ambientale e paesaggistica poiché rappresenta un’isola di territorio a scarsissima densità di popolazione e urbanizzazione all’interno della popolosa e congestionata regione pugliese. Nonostante l’esiguità della popolazione residente, il territorio murgiano, soprattutto quello di Nord-Ovest, è stato utilizzato e profondamente modificato dall’uomo ormai da diversi secoli tanto che le foreste che originariamente lo ricoprivano hanno lasciato spazio quasi completamente a una vegetazione erbacea a pseudo-steppa mediterranea, spesso degradata a sua volta dal pascolo eccessivo e dalla forte erosione idrica ed eolica che lascia spesso affiorare la nuda roccia calcarea.

murge_1Parte delle praterie, inoltre, in tempi più recenti hanno subito un trattamento meccanico del suolo e sono state riadattate a coltivi. In questo paesaggio, compaiono sporadiche coperture forestali derivate da rimboschimenti effettuati a più riprese nel secolo scorso, con lo scopo di proteggere dalle alluvioni i paesi e le città della costa e di favorire un lento recupero del suolo e dell’ambiente. Questi rimboschimenti, costituiti prevalentemente da conifere mediterranee, appaiono piuttosto trascurati, eccessivamente densi e poco evoluti nel senso di una normale successione ecologica. Peraltro, è indubbio che l’azione di rimboschimento ha avuto successo e la copertura forestale, anche se a ridotta biodiversità, si è ricostituita e il processo di pedogenesi e di accumulo di carbonio organico si è riattivato e nuove specie forestali stanno lentamente reinserendosi nel sottobosco.

In conseguenza di tali cambiamenti determinati dal ritorno della vegetazione forestale in ambiente murgiano, vanno sicuramente definite le basi scientifiche e tecniche per un appropriato inserimento di boschi, rimboschimenti, alberature e siepi all’interno del territorio della Murgia senza alterarne gli elementi di fondo ma valorizzandoli e migliorando nello stesso tempo il microclima, la produttività e, in definitiva, la biodiversità.

D’altra parte, in seguito all’impatto antropico, si sono originati degli ecosistemi secondari, le praterie aride substeppiche (pseudo-steppa mediterranea) con presenza anche di Stipa austroitalica, che hanno caratteristiche peculiari e di pregio per la biodiversità e costituiscono un importante habitat tutelato dalla normativa europea. Molte delle specie vegetali presenti sono rare per l’Italia e testimoniano un collegamento fitogeografico della Puglia con i territori che si affacciano sulla sponda opposta dell’Adriatico. Questo habitat è soggetto a sforzi di conservazione e tutela.

Diventa quindi rilevante studiare le dinamiche ecologiche e di interazione biosfera-atmosfera di questo ambiente, inserendone la gestione in un quadro di tutela sia della vegetazione arborea, che delle praterie substeppiche. All’interno di questo sito, ove opererà l’Istituto CNR- IBAF, riveste una notevole importanza il fattore incendi che in questo territorio è piuttosto frequente e di cui saranno monitorate le emissioni in atmosfera.

 

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