Rapporto I.S.P.R.A. – La produzione di energia elettrica da impianti a fonte rinnovabile in Italia

j F Y in In Evidenza

Un fattore comune a tutti i paesi sia in via di sviluppo che industrializzati è la costante crescita dell’utilizzo di energia elettrica. In Italia la maggior parte di questa energia veniva prodotta fino a qualche anno fa dagli impianti termoelettrici, mentre nell’ultimo decennio, al fine di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili, sono diventate prioritarie le iniziative di promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili e quindi non esauribili. L’ utilizzo di queste fonti energetiche oltre a ridurre la dipendenza da fonti energetiche non rinnovabili, permette l’assenza di emissione di inquinanti in atmosfera (eccezion fatta per l’uso delle biomasse) compresi i gas serra che sono considerati alteranti. Nel 2005 la Commissione ha gettato le basi della strategia dell’Unione europea (UE) per la lotta ai cambiamenti climatici proponendo azioni concrete per contenere i loro effetti e ridurre la probabilità di sconvolgimenti rilevanti e irreversibili su  scala planetaria.

Secondo quanto indicato nell’analisi strategica della politica energetica dell’UE, la Commissione prevede l’adozione dei seguenti provvedimenti in campo energetico:

- migliorare del 20 % l’efficienza energetica dell’UE entro il 2020;

- incrementare la percentuale delle energie rinnovabili portandole al 20 % entro il 2020;

- sviluppare una politica di stoccaggio geologico del carbonio che sia compatibile con l’ambiente.

A livello globale, secondo le stime dell’International Energy Agency, emerse dalla presentazione dell’ultimo World Energy Outlook 2013, il 40% della crescita della domanda totale di energia da qui al 2035 sarà soddisfatto con le rinnovabili. Un ruolo chiave nell’aumento lo avranno il solare e l’eolico, che conteranno per il 45% del totale di energia prodotta da rinnovabili.

In tale contesto l’Italia si colloca tra i paesi più emergenti: secondo i dati TERNA le fonti rinnovabili hanno infatti raggiunto a giugno 2013 la critica soglia del 50% sulla produzione netta nazionale, passando dal 38,2% nel 2012 al 50,2% nel 2013, e sui consumi totali dal 33,9% nel 2012 al 44,3 nel 2013.

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